Settant’anni fa Orwell pubblicava il libro “1984”, all’epoca fece scalpore, un libro di fantascienza si disse, in cui si prospettavano scenari di manipolazione mentale, di controllo totale e costante delle vite di milioni di esseri umani.
Ebbene rileggendo oggi quell’opera appare più che attuale, quasi una profezia, rispetto a ciò che inizia a delinearsi in questo momento di pandemia da corona virus. Il 28 febbraio 2020 la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la normativa sulle intercettazioni telefoniche. Stupore. Dopo tutto hanno solo regolamentato una pratica ahimé già da tempo messa in atto a nostro danno. Adesso si parla di bracciali elettronici, di applicazioni sui nostri smartphone per monitorare gli spostamenti con la scusa della prevenzione e della lotta contro un virus invisibile il covid-19. Ma intanto studiano le nostre abitudini, chi incontriamo, cosa facciamo durante il corso della nostra quotidianità. Calma calma, niente panico! L’adesione a questa ulteriore modalità di controllo delle nostre esistenze è assolutamente volontaria! Tuttavia per chi resta fuori da questi programmi è prevista una mobilità limitata. Quanto limitata?
La nostra privacy sarà tutelata, ci assicurano, perché si parla di anonimato. A sì, e come! L’applicazione viene installata su un dispositivo ben preciso, collegato ad internet tramite una sim il cui possessore ha nome e cognome e codice fiscale?
Però ci dicono che siamo in democrazia, tutto questo è per il nostro bene.
Non voglio neanche parlare della costituzionalità degli atti giuridici con cui hanno deciso di bloccarci in casa, hanno limitato la nostra libertà, garantita da norme sovranazionali, dai “Diritti dell’uomo”.
Un timore mi invade. La prossima mossa è la dittatura?
Ci siamo già, magari rivestita di una apparente democrazia?
Molti quesiti, ma uno principale: quali sistemi di “Grande fratello” orwelliano sarebbero stati attuati se non fosse sopravvenuta la pandemia da Covid-19?